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al dottissimo Naturalista rimprovero d’inesattezza si deggia fare; egli avrebbe scritto altrimenti, se nelle nostre contrade meridionali avesse viaggiato, o da’ nostri Osservatori avesse ricevuto notizie. Se ’l trovarsi le selci sovente disposte a strati prova che il Sig. de Reaumur non avea ragione di dire, che per lo più sono erranti, la frequenza poi grandissima de’ ciottoli silicei erranti, e divenuti probabilmente tali dopo d’essersi sciolti dal cemento de’ marmi brecciati, prova che il Sig. Linneo à tutti i torti nel prescriver loro l’assoluta legge di nascere nelle fenditure de’ monti cretacei. Io ò più volte trovato le selci nell’atto per così dire del passaggio dallo stato calcareo al siliceo; ed in particolare ne ò frequentemente incontrato di ravvolte nelle materie Vulcaniche. M’è anche venuto fatto di disporre in serie i varj gradi di questo passaggio, ed ò avuto la compiacenza di farli vedere a molti dotti Amici nostri.
Le focaje di Bua prese nel marmo sono alcuna volta circondate da una crosta ocracea poco più grossa di mezza linea; alcun’altre sono macchiate di ruggine, e talora finalmente, quando sono erranti nella creta, o ne’ frantumi di Corpi marini inegualmente petrefatti, affettano una sorte di rotondità. Ve n’ànno di ramose, di cilindriche, di globose, e fatte a foggia di pero: ma queste figure sono anche comuni a molti pezzi di pietra non silicea, che ne’ medesimi luoghi si trovano ad un tratto insieme colle focaje, e al di fuori malagevolmente si ponno da esse distinguere. Una focaja cilindrico-stiacciata, ch’io ò fatto pulire, è tutta compenetrata di vene di spato calcareo cristallizzato, che circondano piccioli ritagli di selce ripieni di minuti corpicelli marini del genere delle Frumentarie. Questo pezzo è de’ più atti a far girare il capo a chi si lusin-