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del quale veggonsi spesso impressioni, o protuberanze di Corpi marini petrificati. Vi domina il marmo Lenticolare di non sempre uguale durezza; vi si trovano vene di pietra dolce calcarea trattabile dallo scalpello, e crete rassodate, e gruppi di spati stalagmitici, che da’ nostri scalpellini sono conosciuti sotto ’l nome d’Alabastri fioriti. Selci di più colori, e d’incostantissime forme si veggono prese nel marmo, ed erranti nella terra schistosa, che divide in alcun luogo i filoni petrosi, e circondate sovente d’aggregati di Corpi marini lapidefatti. Non trovai verificata dal fatto in quest’Isola, nè in verun altro luogo della Dalmazia, dove le selci s’incontrano prese negli strati di marmo, l’asserzione del Signor di Reaumur, che dell’origine loro scrivendo nelle Memorie dell’Accademia disse, “che le focaje affettano per lo più una sorte di rotondità.“ Elleno trovansi a Bua per lo più angolose irregolarissimamente, colle faccie piane, a grossi pezzi, interrompendo visibilmente la continuità del marmo. Sembrano a chi le vede cadute dall’alto per qualsivoglia accidente, e senza sofferire alcuna fluitazione sepolte dal proprio peso nella fanghiglia marina, che poi coll’andar degli anni rassodossi in marmo sott’acqua, indi col girar di più secoli restò all’asciutto, e soffrì tutte quelle rivoluzioni, che sono necessarie perchè vengano squarciati gli strati continui, restino divisi i monti, e ne siano trasportate le membra sminuzzate in ghiaja, ed arena, e perchè finalmente ne rimangano isolate le parti coll’introduzione di lontani mari, i flutti de’ quali percotendo impetuosamente le radici delle nuove Isole scompongano, e corrodano a poco a poco il lungo lavoro d’acque più antiche. Le selci di Bua, e assai comunemente quelle di tutta la Provincia, che trovansi sepolte ne’ monti marmorei, portano così chiari segni di