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che gl’Imperatori di Costantinopoli, o non conoscessero bastevolmente questa pretesa Siberia, o volessero trattare con molta clemenza i relegati. Egli è certo, che il clima dell’Isola è dolcissimo, l’aria perfetta, l’oglio, l’uve, i frutti eccellenti, il mare vicino abbondante di pesci, il porto vasto, e sicuro. Nè l’estensione d’essa è tanto picciola, che un galantuomo non vi potesse passeggiare, e cavalcare a suo comodo: poichè à dieci miglia di lunghezza, e intorno a venticinque di circuito, nè, benchè sia molto elevata, può chiamarsi aspra.
Vedesi nella Borgata di Bua una Palma dattilifera natavi quarantatrè anni sono, che sta sempre esposta ai cangiamenti dell’aria, e da dieci anni in quà non manca mai di produrre abbondantissima copia di Datteri. Questi non sono per vero dire della più perfetta qualità: sono però mangiabili ad onta d’un po’ d’aspretto, che ritengono forse dall’essere la Palma un poco troppo abbandonata all’intemperie dell’Inverno, che per quanto sia dolce sull’Isola di Bua, è però sempre più rigido, che l’invernate de’ luoghi nativi delle Palme in Africa, e in Asia. Forse in conseguenza del non aver un maschio vicino, che la fecondi, la Palma di Bua produce Datteri privi di nocciuolo. In luogo di esso ànno una cavità, le di cui pareti sono un poco più resistenti che il resto della polpa. È probabile, che se il proprietario di questa Palma la facesse coprire nel tempo d’Inverno, i Datteri ch’ella produce fossero più dolci.
Varj impasti di marmo, e di pietra dolce io ò incontrato su quest’Isola, e molti più ne troverebbe chi avesse da farvi replicate osservazioni. V’à del marmo bianco comune da fabbrica di pasta Istriana, rigido, madroso, che scheggiasi come le selci; v’à del marmo laminoso tegolare della stessa natura, nella superficie