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camente scavato per trarne materia da lavoro; e tanto più probabile mi sembra questa congettura, quanto che il Marmo bianco salino di Simoskoi somiglia allo statuario antico, che trovasi adoperato nelle scolture di Roma. La corrosione operata dal Sal marino su la porzione di questo strato, che resta alternativamente scoperta e sott’acqua secondo l’alternazione della marea, rendendo scabrosa la superficie del marmo, vi mette a netto una quantità di frantumi di Corpi marini cristallizzati, che lo compongono. I Naturalisti, e alcuni de’ più celebri, come lo Swab, e ’l Raspe, credettero priva di corpi estranei la pasta de’ marmi salini; e di fatto io non oserei d’assicurare che tutti ne conservassero riconoscibili i vestigj. Vorrei però prima di negano visitare le loro cave, e vederne de’ pezzi, che fossero stati lungamente esposti all’aspergine marina, ed all’azione dell’aria, e del Sole. Il marmo di Carrara sembra almeno a prima vista poter cadere sotto la dotta, e ingegnosa spiegazione del celebre Signor Raspe. Comunque sia di questo, non si può mettere in questione che il marmo bianco di Simoskoi non sia precisamente della medesima pasta che lo statuario Romano antico; e quindi importerebbe moltissimo il fare un diligente esame del sito per vedere se pezzi di buona misura se ne potessero cavare. È ridicola cosa il pensare di trar partito dal marmo che vedesi a fior di terra, e il voler farne giudizio dallo stato in cui trovasi la superficie dello strato esteriore. Se la cava di Simoskoi non fosse inserviente agli usi statuarj, se ne potrà sempre ragionevolmente cercare un’altra ne’ contorni, dov’è quasi sicura cosa che si dovrà trovare.
Su di quest’Isoletta trovansi in iscarsissima quantità delle Ossa fossili; ma in molto maggiore abbondanza se