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il fondo algoso, e fangoso per la maggior parte, e sì basso, che nel ritrocedere della marea le sommità dell’alghe vi restano a fior d’acqua in parecchi luoghi. La fonte perenne di Ribnich, che vi si scarica, invita i pesci ad insinuarvisi, e i pingui pascoli ve li trattengono. Riuscirebbe facilissimo il far di questo Lago una Peschiera chiusa, da cui si trarrebbe assai ricco prodotto d’ogni spezie di pesci, e superiore di molto all’estensione del luogo. Due scoglietti sorgono verso l’estremità occidentale di Morigne, su de’ quali dovrebbero essere state delle fabbriche in altri tempi, da che vi si veggono molte pietre riquadrate, e fondamenta di muraglie. Forse da questi residui ebbe origine la tradizione volgare, che nel sito ora occupato dall’acque ne’ tempi andati fosse una Città sobbissata all’improvviso. La pesca, che vi si fa dagli abitanti delle ville contigue, è sul gusto di quella de’ bassi fondi di Slosella. I Testacei del Lago di Morigne sono quasi del tutto i medesimi che quelli notissimi della Laguna di Venezia, e di Comacchio; e se anche il mare vi porta il seme d’altre spezie, che amino i gran fondi, esse non vi propagano, e se ne ritornano ad acque più ampiamente estese. Fra i Testacei microscopici di Morigne oltre alle varietà di Corna d’Ammone, e d’altri minuti corpicelli comuni a quasi tutti i fondi arenosi, e fangosi dell’Adriatico, vi si osservano molti Porpiti simili a quelli, che i vostri ruscelli Bolognesi sogliono dare talvolta, dopo d’averli separati dalle terre marine de’ colli superiori. Il Botro di Brendola nel Vicentino ne dà anch’egli in quantità. La loro mole originalmente non eccede la metà d’un granellino di miglio nudo. Esaminati sotto al Microscopio appariscono tutti composti di sottili pareti irregolarissimamente intersecate per formare un gran numero di cellule ai Polipi fabbricatori,