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quante belle prede, e curiose scoperte si possano fare pescando nella profondità opportuna alla moltiplicazione de’ Coralli, dovea desiderarsi di poter vivere qualche mese su d’una barca Corallaja. Quanti Testacei tuttora incogniti non iscapperebbero fuori, e quanti originali di que’ petrefatti, che crediamo essere spezie smarrite od estinte, non ci verrebbero alle mani? Io ò concepito vivamente questo desiderio: ma le circostanze, e le riflessioni non mi permisero di soddisfarlo. In vece di lasciarmi condurre dal mio genio, credetti miglior partito il cercare alle gengive del Continente un campo d’osservazioni più esteso in lunghezza, e suscettibile di dettagli più varj.
La Pesca de’ Coralli è praticata nel nostro mare da sudditi del Re di Napoli, che stanno al servigio del Conduttore di questo diritto. I nostri Isolani quantunque di sovente s’impieghino su le barche Corallaje non ànno però ancora potuto imparare quell’arte meravigliosa di estrarli dalle più anguste e internate caverne subacquee. Eppure quest’arte sarebbe degna d’incoraggimento, e di propagazione. Il genere de’ Coralli è ricchissimo anche se si spacci in natura; e quindi tanto più è da stupire che l’arte di pescarli non sia bene intesa dai Dalmatini, quanto più è antico il commercio de’ Coralli Sebenzani.
§. 10. De’ Laghi di Zablachie, e di Morigne.
Proseguendo la navigazione del litorale di Sibenico oltre la imboccatura del Porto, trovansi le terre piane ma sassose di Zablachie, al di là delle quali è il Lago di questo nome, che per mezzo d’un angusto canaletto artificiale comunica col mare. Vagando per que’ luoghi io ò trovato delle lagrime di Mastice spontaneo pendenti da’ tronchi de’ Lentischi lasciati cresce-