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rosse, arboree, ed altri Zoofiti congeneri, parte descritti, e parte ancora poco conosciuti dai Naturalisti: ma il tempo, i modi, e la stagione m’impedirono di fare completi studj su di tanto varj oggetti. Insieme con essi trovavansi su’ medesimi rottami molti viventi gelatinosi, ed insetti parasiti, e vermi ignudi, ed Escare, e Fungiti abitate da’ loro Polipi; delle quali cose tutte spero di poter un giorno ragionare per esteso. Per adesso contetatevi, ch’io vi descriva alla meglio una nuova Terebratola, che non ò sinora trovata ne’ libri di Conchiliogia marina. Il solo Barone di Hupsch ne à dato la figura somigliantissjma nella sua Tavola IV, N° 16. 17.1 sotto il nome di Conchites anomius Eifliaco-Juliacensis perulam referens. Egli à creduto, e a ragione, che l’originale della petrificazione da lui trovata nell’Eifel del Ducato di Juliers non fosse conosciuto. Quantunque la Terebratola da me pescata non corrisponda sempre identicamente alle figurate dall’Hupsch, io pendo a crederla l’originale della sua, dopo d’aver osservato, che da un individuo all’altro, fra quelle ch’io posseggo, v’ànno delle discrepanze di configurazione. La più regolare si è quella, che vedete rappresentata dalla Figura I. (Tav. VII). Ell’à delle gibbosità così nel guscio inferiore come nel coperchio, ed è substriata tanto per lungo quanto pel traverso. Nel bel mezzo del ginglimo, che tiene unite le due valve ineguali, vedesi un foro, dal quale esce il piede dell’animaluzzo, che stassene attaccato, ed ancorato col mezzo di esso a’ cor-

  1. Nouvelles decotuvertes de quelques testacès petrifièes rares, & inconnus, & c. par J. G. C. A. Baron de Hupsch, à Cologne 1771. in 8.