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che trovarsene dall’opposta parte ne’ fondi fangosi del Lago presso alla Città di Scardona.
Tutte le sponde di questi Seni interni sono marmoree; nè molte varietà d’impasti vi si ponno osservare. Il marmo commune di Dalmazia, ora più, ora meno ripieno di corpi fistulosi, e di frantumi di Testacei vi domina, benespesso diviso semplicemente in istrati orizzontali inclinati, e talvolta suddiviso anche verticalmente. Io ò fatto disegnare (Tav. VI) uno de’ più osservabili luoghi di quel litorale detto Suppliastina, vale a dire Pietra traforata, denominazione venutagli dal buco B, formatovisi in vetta alla rupe ignuda, pel quale si vede fuor fuori. Non v’è forse lungo le coste della Dalmazia, nè fra terra, come non v’è a mia notizia ne’ monti d’Italia che ò visitati, sito più atto a stabilire qualche spirito prevenuto nella falsa opinione dell’esistenza degli impropriamente detti strati verticali calcareo-marini, nella giacitura lor naturale. Il picciolo promontorio stendesi nel canale A, che s’interna verso il Lago Scardonitano. Dalla parte opposta si veggono a nudo le apparenze ingannevoli di filoni C, quasi perpendicolari. Fra le due lettere DD sembrano i filoni perpendicolari del tutto, ma ben esaminando si riconosce la linea EEEE, costituente la primitiva divisione degli strati, e confermata dalla differenza delle materie prese nel marmo. Di sì fatte linee v’ànno riconoscibili vestigj anche più sopra; e ciò, che manifesta la dissimiglianza dell’origine fra esse e le verticali, si è il trovare, che le prime sono appena visibili, e rare volte discontinuano la solidità della massa, le seconde sono manifeste fenditure, ora più ora meno larghe. Anche il canale di S. Antonio, per cui s’esce dal Porto di Sibenico in mare, presenta un aspetto di strati degno d’osservazione. Imperocchè le di-