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vescovo de Dominis. Del primo conservasi fra le Carte Veranziane una Censura autografa della Logichetta medesima; ed una pur ne rimane del de Dominis. Fausto scrisse molto, e fra le altre cose una Storia della Dalmazia, cui volle aver seco in sepoltura. Gli eredi suoi rispettarono questa strana volontà; e chi sa quante preziose carte dell’Arcivescovo Antonio perirono allora deplorabilmente insieme con quelle di Fausto? Questi morì del MDCXVII, e fu sepolto nell’Isola di Parvich1. Il Tomco Marnavizio gli fece l’Orazione funebre, ch’è stampata in Venezia nello stesso anno. Carlo Veranzio nipote di Fausto non lasciò dopo di se Libri stampati, nè Opere inedite: ma fu protettore degli Studiosi, raccoglitore di buoni Libri, ed intelligente d’Antiquaria.
, nacque del MDLXXIX, di bassa gente, quantunqu’egli abbia poi voluto nobilitarsi fino al darsi origine Reale, pazzia che gli costò grandissimi dispiaceri. Egli fu educato da’ Gesuiti a Roma, e sino dal MDCIII avea già dato forma a un grosso ms. de Illyrico, Cæsaribusque Illyricis, che si conserva ancora, quantunque sia un pò mutilato. Del MDCXVII trovavasi al servigio del Vescovo Canadiense, pella cui morte pubblicò l’Orazione soprindicata. Frugando nelle Carte Veranziane, costui avrà rubato chi sa quante cose! Così dee far giudicare il plagio della Vita di Pietro Berislavo, ch’egli diè alla luce del MDCXX, non altro aggiungendovi che alcuni periodi per farsi di
- ↑ Oltre alle accennate cose stampate Fausto Veranzio pubblicò a Roma Xivot nikoliko izabraniih diwiicz. 1606. in 8°. e lasciò un Volume ms. Regula Cancellariæ Regni Hungariæ.