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Letteratura. Ma egli trovavasi di già al fine della laboriosa sua vita. Portatosi a Eperies per attendere alla giudicatura ne’ Comizj del Regno, egli cadde ammalato. Su le prime si lasciò medicare: ma sentitosi aggravare fuor dell’usato allontanò da se i Medici spontaneamente, ed aspettò la morte con Cristiana, e filosofica tranquillità. I Letterati perdettero un generoso Mecenate, i poveri un Padre caritatevole, l’Ungheria, e la Cristianità tutta un consumato Uomo di Stato, il dì quindici di Giugno MDLXXIII, pochi giorni dopo che gli erano state recate Lettere affettuosissime di Papa Gregorio XIII, colle quali gli si annunziava la sua elezione al Cardinalato, procuratagli da un vero merito. Michele Duborozky, recitò l’Orazione funebre al Cadavere, che fu sepolto con onorevolissima Iscrizione nella Chiesa di S. Niccolò di Tirnavia. Di questo illustre Prelato parlarono con elogio, oltre i soprannominati Belio, Leunclavio, Schmittio, Busbekio, Manuzio, Seccervizio, anche il Bonfinio nelle sue Decadi Ungariche, l’Istuamfio di lui continuatore, il Jongelino nel Catalogo de’ Palatini, l’Autore dell’Opera intitolata Castrum Strigoniense aureum, che ne fa amplissimo panegirico in poche parole; e molti altri Scrittori.
Antonio fu di bella statura, e ben proporzionato, di carnagione dilicata, d’aperta, e nobile fisonomia; il naso avea lungo, gli occhi azzurri, la bionda barba gli arrivava alla cintola. Nella sua gioventù sembra che sia stato portato agli amori, non potendosi credere affatto finti i molti versi Erotici, ch’egli lasciò mss. Alla bellezza, e dignità della persona egli congiunse in sommo grado la facondia, qualità che come lo rese accetto sin dall’età più fresca ai Sovrani di varie contrade, così dovette renderlo fortunato in Amore. La dolcezza