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la Dalmazia, già ben nutrito nelle Lettere Greche, e Latine, fu chiamato a Vesprimio presso il celebre Vescovo e Bano Pietro Berislavo, Traurino, ch’era pur suo Zio dal lato della Madre; ed ebbe colà i primi rudimenti dell’Arte militare. Ucciso dai Turchi barbaramente nel MDXX il guerriero Vescovo, Giovanni Statileo, uomo d’autorità somma nella Corte d’Ungheria, e Vescovo Transilvano, chiamò a se il nostro Antonio, e il di lui fratello Michele, suoi nipoti. Una delle prime occupazioni del bennato Giovane sembra sia stata la compilazione della Vita del morto Berislavo, ch’è quella medesima, cui s’appropriò cent’anni dopo, con impudentissimo plagio, il , senza quasi cangiarvi una parola1. Intorno a questo tempo Antonio fu mandato all’Università di Padova; ma le turbolenze insorte nel Regno d’Ungheria fecero, che fosse richiamato ben presto. Sembra ch’egli possa aver continuato gli studj a Vienna, indi a Cracovia, nelle quali due Università certamente studiò Michele. Ritornatosene in Ungheria presso lo Zio, che asprissimo, e tenace uomo era, e con villane parole i nipoti suoi vilipendeva maisempre, Antonio usò d’un’eroica pazienza, nè si lasciò sedurre dall’esempio del fratello, che la perdette dopo breve tempo. Egli si raccomandò a Stefano Broderico, Vescovo Vaciense (del quale resta un pregevole Commentario ms. della fatal giornata di Mohacz, ove combattè personalmente) e al Monaco Giorgio Utissenio, ch’erano potentissimi alla
- ↑ Vita Petri Berislavi Vesprim. Ep. Sclav. Dalm. & Croat. Bani, Jo: Tomco Marnavitio Auctore. Ven. ap. Evang. Deuch. 1620, in 8°.