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L’indole degli strati di breccia ghiajosa, che occupano la sommità piana de’ monti, fra’ quali sprofondatosi scorre il Fiume, si manifesta disposta alle rovine, non solamente lungo il di lui letto, ma eziandio lungo i botri, e valloni, che conducono, o in altri tempi condussero, acque eventuali, e mettono nella Kerka. Io ò veduto il piano d’una valletta a destra di Roschislap tutto seminato di gran pezzi di scogli caduti dall’alto; e su d’uno di essi leggonsi i residui d’una corrosa, e mutilata Iscrizione.
§. 7. Corso della Kerka sino alla Cascata di Scardona.
Il Fiume, o per meglio dire, il torrente Cicola, che à le sue origini sotto Gradaz, quindici miglia lontano da Knin, si scarica anch’egli nella Kerka, dopo d’aver ricevuto le acque di Verba, ingrossate da quelle di Mirilovich. Su la destra sponda di esso giace la Terra di Dernish, abbandonata dai Turchi all’armi Veneziane. La campagna soggetta a questo luogo è oltremodo ubertosa, ed amena. Non molto lungi da Dernish è la picciola villetta di Tribuje, dove probabilmente fu il Tribulium degli Antichi, e dove si vede qualche miserabile vestigio d’abitazioni Romane. Della mala direzione di queste acque, e dell’altre, che dall’opposta parte di Kerka, formano la Butimschiza, di cui ò detto più su, lungo sarebbe il favellare. Elleno potrebbono essere fonti di ricchezza per quelle contrade, e lo sono pur troppo di miseria, e di biasimo. Da Roschislap si discende all’Isola di Vissovaz, ch’è la sommità d’una collina, le di cui radici stanno sott’acqua, abitata da’ Frati zoccolanti, benemeriti coltivatori della Vigna del Signore per que’ luoghi, dove un Prete secolare difficilmente vorrebbe darsi a così laboriosa vita.