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to io ò osservato, quel Fiume non lascia incrostazioni tofacee, o tartarose, se non dove trova delle remore ed intoppi marmorei, o dove il declivio è molto considerabile, e ’l corso rapido per conseguenza. Nella pianura di Knin, dove scorre lentamente per un letto uguale, egli non petrifica nè radici, nè piante, quantunque ne bagni di molte; perchè non trova resistenza. Crederei si potesse asseverantemente dire, che dalle rupi, rovinate dall’alto de’ monti nell’alveo della Kerka, sieno state prodotte le varie cateratte, che la rendono innavigabile. Le incrostazioni tofacee trovarono luogo opportuno a crescere negli anfratti, e ineguaglianze di que’ massi; e tanto le aiutò il tempo, e la disposizione del luogo, che giunsero ad obbligare una parte dell’acque a sormontarli, non trovando più sfogo sufficiente per dissotto. Sospetterei poi, che niun’acqua tartarosa, eccettuandone le Termali, lascierà incrostazioni ne’ luoghi, dove avrà lento corso; e che ne lascieranno, tanto le fredde, quanto le calde, sempre in ragione dell’angustia, e del declivio de’ canali, pe’ quali dovranno scorrere. Se le incrostazioni tofacee d’un’acqua tartarosa, cresceranno a maggior volume ne’ luoghi di men rapido corso, e di poco declivio, che ne’ luoghi più angusti, e inclinati, la compattezza, e 'l peso del tofo formatosi in questi compenserà la maggior mole accozzatasi in quelli. Così negli stillicidj delle caverne io ò costantemente osservato finora che que’ torsi, e fusti di Colonne calcareo-spatose, i quali sorgono da’ pavimenti sotterranei, sono di materia più pura, e più compatta in ragione della maggior altezza, d’onde vi cadono le gocciole cariche d’atometti salini, e di particelle cristallizzabili. Le incrostazioni formate da’ fili d’acqua abbondanti, vi sono sempre meno solide, e per conseguenza più cariche di parti terree, e mal colorate.