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vato assai quando adducono in confermazione della opinione loro, nata dal non avere osservato, i rimasugli di Antichità rimota, che restano ancora scoperti in alcuni luoghi elevati, dimenticandosi di tutti quelli, che si trovano affatto sepolti. A Voi dev’essere più d’una volta accaduto d’aver contesa con sì fatti ragionatori, nè avrete risparmiato in rispondendo loro gli sfaldamenti, ed avvallamenti delle montagne, la distruzione di esse lentamente operata dalle acque, i Vulcani, che le scombussolano talvolta, e ne alterano la struttura, i cangiamenti de’ letti de’ fiumi, gl’ingojamenti, e gli abbandonamenti del mare, de’ quali tanti esempj ci conservano le Storie, e tanti più ne sanno leggere gli occhi sicuri dell’Osservatore.
La cascata di Roschislap, veduta di fronte forma un aggradevole colpo d’occhio; ella dev’essere magnifica sul finire d’Autunno, e in Primavera. Ad ogni modo però non essendo possibile, ch’ella superi la cascata di Terni, io trovo, che il suo vero punto di vista è nel cuore della State. Il Fiume è largo in quel luogo da trecento passi geometrici; lo attraversa uno stretto, e lungo ponte di sessant’archi, rozzo, e mal inteso, ma solido lavoro Turchesco. Fra questo ponte, e la Cascata sono parecchi mulini; quindi l’acqua è divisa in varj canali. I ritagli di terra, che giacciono fra queste divisioni, verdeggiano per una quantità d’alberi lussureggianti, che vi crescono felicemente coi benefizio dell’acqua perenne, onde sono inaffiati, e spruzzati. È tratto tratto interrotta la verdura pelle onde, che scendono spumanti, e romorose dall’altezza di circa venti piedi, ora serpeggiando, ora scorrendo per diritto sentiero. Non tutta però l’acqua superiore concorre a formare i varj rivi, che abbelliscono la Cascata; buona parte ne passa per dissotto all’obice petroso. Per quan-