Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
meno bianchi e consistenti di questi ultimi. Su le pietre del Fiume presso Babovdol vivono Polipi grandicelli, a’ quali coll’occhio nudo, e viaggiando in fretta non ò potuto donare tutta l’attenzione, che meritano dopo le scoperte del Trembley, del Backer, e del celeberrimo Bonnet.
§. 5. Delle rovine di Burnum.
Andando per terra da Knin al Monastero degli ospitalissimi Calogeri di Sant’Arcangelo1 noi ci dilungammo mai sempre poco dal Fiume, che di là alle foci scorre quasi costantemente fiancheggiato da monti marmorei, e di rado incontra valloni, e campagne, pelle quali si possa spandere, allorchè gonfia. Trovammo per la deserta Bukoviza vestigj di antiche abitazioni Romane: ma che miserabili vestigj! Pietre rozzamente appianate, nelle quali veggonsi scalpellati de’ buchi in quadro per piantarvi travicelli, o altra cosa simile da sostenere le tende pegli accampamenti, giacciono da entrambi i lati lungo la via per quasi un miglio di cammino. Molti frammenti d’Iscrizioni stritolate s’incontrano sparsi quà, e colà, fra’ quali un pezzo di pilastro a quattro faccie adorno di basso-rilievi agli angoli, su di cui si legge in lettere massime, e ben conservate un residuo d’antico Elogio.
V’à ogni ragion di credere, che la Città distrutta in questo sito sia stata il Burnum di Procopio,
- ↑ I Calogeri di S. Arcangelo in Kerka conservano la pia tradizione, che S. Paolo abbia celebrato in una picciola Cappellina contigua al loro Monastero. I Morlacchi di rito Greco concorrono a questo Santuario con molta divozione, quantunque la povertà loro non permetta, che vi portino ricchi doni.