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prima che ’l Mraçai vi metta capo; egli viene dal monte Vulizza attraversando l’ampia Campagna di Sarb, e Dugopoglye, cui ’l Vulizza, e ’l monte Trubar separano dalla pianura di Grahovo, che giace oltre il Veneziano confine. Entra finalmente, poco lontano dalle spalle di Knin, a ingrossare il fiumicello Butimschiza la Plavnanschiza, acqua nata dal monte, che domina la Campagna di Plavno, accresciuta dal torrentello di Radugl-Potok, che in alcune delle migliori Carte è detto Radiglievaz. La concorrenza di tutte queste acque montane rende la Butimschiza ghiajosa, e fa, per quanto io credo, delle di lei foci il principalissimo motivo (non so perchè mai sino ad ora avvertito o almeno sospettato da altri) dell’impaludamento dell’ampia, e fertile pianura di Knin. Forse il ponte, sotto di cui ella passa nell’atto di metter foce in Kerka, anch’egli à buona parte nella colpa dell’inghiajamento fatale. È lungo questo ponte circa 100. passi geometrici, ed à dieci archi; io l’ò trovato angusto, mal selciato, e pericolosissimo pegli animali inserrati, come quasi tutti i ponti Turcheschi sparsi per quelle contrade. È probabile, che dirigendo in miglior modo la confluenza della Butimschiza, e trasportandola alquanto più sotto, ne venisse un massimo bene a quella pianura; nè mi resta quasi dubbio, che la probabilità potess’essere ridotta a dimostrazione da quegli abili Uomini, che il Governo Serenissimo suole in sì fatti casi impiegare.
Sei, in otto miglia più sotto, il Fiume (che quantunque abbia letto assai riguardevole quasi sempre corre profondamente chiuso fra’ monti tagliati a piombo) incontra un intoppo a Babovdol, e vi fa una picciola cascata. L’Isoletta tofacea, che vi s’è accozzata nell’alveo, sembra essere il motivo del ritardo dell’acque, che