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Da poverello un giubbettin mandava.
     Tutto in disparte il Duce Asàn vedea;
95E a se chiamò i figliuoli. „ A me tornate
„ Cari orfanelli miei, da che non sente
„ Più pietade di voi la crudel madre
„ Di arrugginito cor.“ Udillo; e cadde
L’afflitta donna, col pallido volto
100La terra percuotendo; e a un punto istesso
Del petto uscille l’anima dolente,
Gli orfani figli suoi partir veggendo.



(b) L’Originale: affinchè prenda con piena libertà coronazione (da Sposa novella) dopo che sarà ita con esso della Madre ne’ vestigj.

(c) Dovrebbe dire odjelitise, separarsi; ma la misura del verso decasillabo non lo permette, quantunque lo richieda la buona sintassi.

(d) Imoski, l’Emota de’ bassi Geografi Greci, luogo forte, tolto a’ Turchi nell’ultima guerra.

(e) L’Originale: Deh! così non debba io desiderarti! che vale a dire „così viva tu a lungo, ond’io non ti desideri dopo d’averti perduto!“

(f) Uxinati non significa propriamente cenare, ma far merenda, il che mi sarebbe stato difficile da esprimere non ignobilmente.

(g) La mancanza di caratteri adattati mi à costretto a usare della lettera z nostra, in luogo della Slavonica, ch’equivale al ξ greco; lo ànno però fatto molti altri prima di me senza scrupolo, nel che mi è sembrato di doverli seguire a preferenza di quelli, che usano della lettera ſ alta. Non ò raddoppiato lettere, per uniformarmi all’Ortografia de’ Manoscritti Slavonici più antichi.