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no da un capo all’altro la schiena del paziente. Talvolta usano anche contro i dolori reumatici l’applicazione d’una pietra arroventata, ed involta in uno straccio bagnato. Per riguadagnare l’appetito perduto dopo qualche lunga serie di febbri, usano bere di molto aceto. L’ultimo di tutti i rimedj, di cui si servono ne’ casi disperati, quando possono averne, è lo zucchero, cui vanno mettendo in bocca a’ moribondi; onde passino da questo all’altro mondo con meno amarezza. Usano del Criptamo, e dell’Iva artetica pe’ dolori articolari; e sogliono frequentemente applicare le mignatte alle parti enfiate, o dolenti. Dove trovasi frequentemente terra ocracea rossigna pelle campagne, l’applicano per primo rimedio su i tagli, e le scorticature; come s’usa di fare anche in qualche luogo fra la Boemia, e la Misnia, dove sì fatta terra è copiosa1. Il Greiselio, che riferisce questa pratica, ne avea fatto colà sperienza su di se medesimo, com’io l’ò replicatamente fatta in Dalmazia. I Morlacchi sanno assai ben rimettere le ossa slogate, e riattare le infrante, senza avere studiato tanto d’Osteologia quanto i Chirurghi nostrali, che spesso dottamente ci storpiano; e cavano sangue agli ammalati con uno stromento simile a quello, che s’adopera pei cavalli, di cui però si servono felicemente, senza incontrare giammai le disgrazie prodotte dalle lancette.
§. 16. Funerali.
Il morto è pianto, ed urlato dalla famiglia prima che sia portato fuori di casa, ed al momento in cui ’l sacerdote va a prenderlo, le strida si rinnovano alta-
- ↑ Suppl. Act. Nat. Curios. Dec. 1. ann. 2. Obs. 78.