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ti, consistono pell’ordinario in camicie, moccichini, mahrame, berretti, e altre tali coserelle di poco valore.
I riti nuziali sono quasi precisamente gli stessi per tutto il vasto paese abitato dai Morlacchi, nè di gran lunga dissimili si praticano anche da’ contadini Isolani, e da’ litorali dell’Istria, e della Dalmazia. Fra i tratti di varietà, che vi s’incontrano è notabile quello dell’Isola di Zlarine, nelle acque di Sebenico, dove lo Stari-Svat (che può essere, ed è sovente difatti briaco), nel momento, in cui la Sposa si dispone ad andare col marito, le deve levar dal capo la corona di fiori con un colpo di sciabla nuda. Sull’Isola di Pago, in Quarnaro, nel Villaggio di Novaglia (dov’era probabilmente la Gissa degli antichi Geografi) v’è un’usanza più comica, e meno pericolosa, bench’egualmente selvaggia, e brutale. Quando un nuovo Sposo è per condurre seco la fanciulla, a cui dee legarsi indissolubilmente, il Padre, o la Madre di essa nell’atto di consegnargliela, gli fanno con molta caricatura l’enumerazione delle di lei male qualità! „Giacchè tu la vuoi, sappi, ch’ella è dappoco, caparbia, ostinata, ec.“ Lo Sposo allora rivolgendosi alla giovane in atto sdegnoso: „Oh! dacch’ella è così, le dice, io ti farò ben mettere il cervello a partito!“ e fra queste parole le sciorina qualche buona ceffata, un pugno, un calcio, o tal altra gentilezza, che non manca talvolta di coglierla, perchè il rito non sia di sola figura. In generale sembra, per quanto dicono, che le donne Morlacche, e le Isolane ancora, trattone le abitanti delle Città, non disamino qualche bastonata da’ loro mariti, e sovente anche dagli amanti.
Nei contorni di Dernish le nuove Spose, durante il primo anno del matrimonio, sono in dovere di baciar tutti i conoscenti Nazionali, che giungono alla loro ca-