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CAPITOLO XXIV.



Non so come sia, che da poco in qua i miei capitoli finiscono tutti in tuono lugubre. Indarno, cominciandoli, io fisso i miei sguardi in qualche oggetto aggradevole: — invano io m’imbarco in tempo di calma, che bentosto soppravviene la burrasca, onde io son tratto così lungi da riva. — Per metter fine a questa agitazione, che non mi lascia arbitro delle mie idee; e calmare i battimenti del mio cuore, che tante immagini commoventi hanno eccitato, io non voglio altro rimedio che una dissertazione. — Sì, io voglio mettere questo pezzo di ghiaccio sul mio cuore.

E questa dissertazione sarà sulla pit-