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76 | Viaggio. |
siasmo, che s’impadronisce dell’anima all’aspetto del pericolo, avrebbero potuto impedire che le sue grida giungessero fino al mio cuore. — Ove il morir suo fosse riuscito utile al nostro paese, e funesto ai nemici, — io me ne sarei meno rammaricato. — Ma perderlo nelle delizie d’un quartiere d’inverno! vederlo spirare fra le mie braccia, quando più sembrava sorridergli la salute; quando il vincolo, che ci univa, si facea più forte nel riposo e nella tranquillità!... ah! mai mai io non potrò consolarmene.
La sua memoria intanto più non vive che in fondo al mio cuore: — quelli, che lo circondavano, e gli sono succeduti, lo hanno obliato; il che mi rende ancor più penoso il sentimento della sua perdita. La natura, indifferente anch’essa alla sorte degli