gosce d’un amore senza speranza e
senza consolazione sono impresse nella
sua fisionomia: mentre il freddo Alberto,
circondato da mazzi di processi
e di vecchie carte d’ogni specie, si
volge indifferentemente, per augurare
un buon viaggio al suo amico. Quante
volte non fui io tentato di rompere il
vetro, che copre questa stampa, onde
scuotere l’insensitivo Alberto, cacciarlo,
calpestarlo, annientarlo!... Ma già resteranno
sempre troppi Alberti a questo
mondo. Qual è l’uomo di vivo sentimento
che non abbia il suo, con cui
è costretto vivere, e contro cui i risalti
dell’anima, le dolci effusioni del
cuore, gli slanci dell’immaginazione
vanno per così dire a frangersi come
i flutti contro uno scoglio? — Felice
chi trova un amico, il cui cuore convenga
al suo, un amico il quale si