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Viaggio. | 161 |
una dissertazione sulla medicina, e i suoi progressi da Ippocrate in poi. — Chiedeva a me medesimo, se i personaggi famosi dell’antichità morti nel loro letto, come Pericle, Platone, la celebre Aspasia e Ippocrate stesso fossero morti, come la gente ordinaria, d'una febbre putrida, infiammatoria o verminosa, dissanguati prima co’ salassi, e affogati colle ricette?
Perchè io pensassi a questi quattro personaggi, piuttosto che ad altri, mi saria impossibile il dirlo. — Chi può render ragione d'un sogno? — Io so questo solo, che la mia anima fu quella che evocò il dottore di Coo, quel di Torino, e il celebre uomo di stato, il qual fece sì belle cose e sì gran falli.
Confesso però umilmente che l’altra gliene diè un cenno. — E la bilancia