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126 | Viaggio. |
debb’io confessarlo? Facevamo la mia rosa ed io un'assai trista figura.
Finii col perdere la pazienza, e, non potendo più resistere al dispetto che mi rodeva, deposi il mobile ch’io teneva in mano, ed uscii d’un’aria d’incollerito, senza prender congedo.
Andate? mi diss’ella, volgendosi di fianco per rimirarsi di profilo. — Io nulla risposi; ma stetti alcun tempo in ascolto alla porta, per sapere che effetto produrrebbe la mia subita partenza. — Non vedi, ella diceva alla sua cameriera dopo un istante di silenzio, che questo caraco è troppo più largo che la mia vita, massime abbasso, e bisogna farvi un'imbastitura con delle spille?
Come e perchè questa rosa secca si trovi qui sovra uno de’ palchetti della scanzietta del mio scrittojo è quello,