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122 Viaggio.

giatore traversa rapidamente alcune provincie d’Italia, facendo superficiali osservazioni, per istarsi in Roma lo spazio d’interi mesi. — Tale sfondo è la più ricca vena della miniera, che vo lavorando. Qual cangiamento nelle mie idee e ne’ miei sentimenti! Qual differenza ne’ miei amici, quand’io li paragono a sè stessi in epoche differenti! Noi eravamo un tempo mortalmente agitati da cose, che or più menomamente non ci commovono! Riguardavamo, come una grande sciagura, un avvenimento... — ma il fine della lettera manca, l’avvenimento è del tutto obbliato, nè io saper posso di che si trattasse. — Mille pregiudizj ci assediavano la mente; il mondo e gli uomini ci erano totalmente sconosciuti. Ma, nel tempo istesso, qual calore nella nostra corrispondenza!