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Viaggio. 105

prese parte al suo veramente animale risentimento, e giunse a maltrattare con parole quel povero innocente. — Scioperato! va a lavorare, gli gridò ella. (Apostrofe esecrabile, inventata dalla avara e crudele ricchezza). — Signore, diss’egli allora per intenerirmi, sono di Chambery. — Tanto peggio per te. — Sono Jacopo, quello che avete veduto alla campagna, quello che conduceva i montoni alla pastura. — Cosa vieni a far qui? — La mia anima cominciava a pentirsi della brutalità delle mie prime parole. — Credo anzi che se ne fosse pentita un istante prima di lasciarle sfuggire. Così, quando s’incontra inopinatamente correndo un fosso o un pantano, si vede ma non si ha più tempo di evitarlo.

Rosina compì in me l’opera della ragione. Essa riconobbe Jacopo, il