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72 Val d'Ossola, e Anzasca.


Dopo due brevi miglia giugnesi alla Masone, altre volte chiesa e spedale de’ Templari. Lì presso dicesi trovata quest’antica iscrizione: HAC ITER CAESARIS. Una simile epigrafe dicendosi trovata a Crevola appiè del Sempione, potrebbe argomentarsene che Giulio Cesare per questa via facesse i suoi frequenti tragitti dalla Cisalpina Gallia alla Transalpina; ma della genuità e antichità delle iscrizioni potrà giudicarne l’antiquario, quando le avrà esaminate: io non le vidi.

Alla Masone si tragitta la Tosa per andare a Piè-di-mulera. Vedesi intanto l’Anza mescervi lì sotto le acque sue quasi lattee, per la scomposizione della magnesia. Qui, per andare in vall’Anzasca (vallis Antuatium), s’ha ripidissima salita detta la Mulera, finchè giugesi a Cima-mulera. Grossi villaggi sono sì l’alto che il basso; e nell’uno o nell’altro dee procurarsi l’alloggio il viandante che vuol poi in un giorno pervenire a Pecceto, ultimo paese della valle. Piè-di-mulera e Cima-mulera indicano la parte infima e la somma del monte Mulera per cui si entra in Vall’Anzasca ricchissima in oro, come accennossi, e chiaramente ci richiamano le grandi miniere degli Ιttomuli (Ιπτομυλὡν) rammentate da Strabone e da Plinio. Vero è ch’egli dice, esser poste le miniere degli Ittomuli (Περὶ Πλακεντιαν) sopra Piacenza; ma ciò non