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60 | Lago d’Orta. |
la nel secolo x. Nella vetusta chiesa vi sono de’ bei resti del pavimento a musaico, e alcune vecchie pitture, e due colonne di serpentino che sostengono la tribuna, le quali sono probabilmente del non lontano serpentino di Varallo. Più difficile è il rintracciar la provenienza di que’ grossi massi di sasso, che sembrami essere un granito, o piuttosto un mandelstein, o sia sasso di mandorle, con cui son formati i gradini sui quali dalla sponda del lago si sale al tempio. In questo il divoto va a venerare le ceneri di S. Giulio nella sotterranea cappella. In sagristia v' è qualche buon quadro, e vi si mostra pendente in mezzo una gran vertebra (di balena cred’io) che dicesi d’un enorme serpentaccio, tiranno un tempo di quell’isola, donde san Giulio lo discacciò.
Cosa pur leggiamo negli antichi Atti di questo Santo, vivente nel iv secolo, che ben avverata, darebbe soggetto d’indagine ai naturalisti. Narrasi ch’egli andò in una barchetta dal Verbano al lago d'Orta: dunque o quello era molto più alto, o questo assai basso. Dirassi che le vite de’ Santi non sono scritte per istruirci sulla storia della natura. Ma che si dirà di Strabone che dà al Verbano 150 stadj, cioè 19 miglia, di larghezza? Doveva dunque stendersi da Laveno sin oltre Vogogna, e aver quindi un livello più