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54 | Selasca; trappo. |
per far crogiuoli. Il torrente che viene dal monte Simmolo, s’è qui tagliato nello scoglio un letto profondo oltre cento piedi, e ove ha trovata resistenza, ha formate vaghe grotte e belle cascate.
Mentre il curioso, rapito in dolci pensieri, ammirerà il bello di quella solitudine, il naturalista vi guarderà i filoni di trappo. Un sasso è questo che talora è stato preso per lava volcanica, e pare di fatto in qualche luogo che in istato di fusione abbia colato, aprendosi una via fra le fenditure del gneiss. Uno di questi filoni è nella cascata che forma la vaghissima grotta, e un altro sotto l’ultima cascata non lungi dal ponte. Da quest’ultima è stato preso il trappo che servì a fare le bottiglie nere nella vetraja del sig. Peretti d’Intra, e da questo risultarono i vetri stellati e fioriti de’ quali altrove ho ragionato1. Molti altri filoni ve n’ha al piè del medesimo monte, tutti diretti da libeccio a greco, ma non tutti di ugual finezza di grana. Alcuni, sulla via da Intra a Selasca, e più ancora in riva al lago sotto Susello e San Maurizio, hanno misti de’ bianchi cristalluzzi di feldspato, per cui formano il porfido a base di trappo, e somigliano al toadtone degl’Inglesi; e
- ↑ Memorie della Società Italiana, Tomo VIII, parte I, pag. 4. 6. Opuscoli Scelti, Tomo XX, pag. 410.