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Lago Maggiore. 37

biennum). In tutto questo tratto è da ammirarsi la ricchezza dei fondi, e la diligenza nella coltivazione, specialmente delle viti, che stendonsi sopra il campo, ma tengonsi tanto alte da terra da potervi seminar sotto e raccogliere i cereali e i legumi.

Sta sopra Laveno al nord il monte Beuscer, che somministra al paese un’acqua perenne con bella cascata; anzi per alcuni mesi dell’anno vedesi l’acqua uscire spumante da mezzo il monte, a somiglianza del fiume Latte del Lario, di cui parlerassi. Il nocciolo di que’ monti è un sasso calcare frammezzato di strati irregolari e vene selciose. I boschi poco lungi dal lago danno considerevol prodotto per la facilità del trasporto.

Siamo alla riva del lago Maggiore. Gli Antichi lo chiamavano Verbano; ma v’è chi pretende, e fra questi il Castiglioni e il Valerio, che si chiamasse anche Maggiore, anzi Massimo; e questi vogliono che Virgilio abbiane fatta sotto questo nome menzione in que’ versi ne’ quali rammenta i laghi della Gallia Cisalpina, onde debbano essi leggersi in questo modo:


Anne lacus tantos? te Lari? Maxime? teque Fluctibus assurgens fremitu Benace marino?


Trovasi a Laveno la barca per le Isole, distanti sole cinque miglia. Nello andarvi si