ciò appartiene ai signori Balabi. Il tagliato colle fa ivi vedere di qual ammasso di ciottolini rotolati dai distrutti monti granitosi,
scistosi e quarzosi esso sia stato formato. Viensi a Luinate, Barasso e Comero (paesi che stando sui ciglione del colle, hanno dinnanzi una vaghissima prospettiva), e poi a Gavirate (Glareatum), ove si passa sul marmo bianco-lattato a suture, detto maiolica; marmo che, come vedremo, stendesi in tutta
Lombardia dall’O. all’E. Questo marmo è calcare, e sebbene si lavori agevolmente, pur è poco ricercato per la facilità con cui si spezza.
Esso or è frammezzato a strati regolari di un calcidonio biancastro, or in sè contiene dei ciottoli di pietra focaia d’ogni grandezza,
che hanno generalmente forma tondeggiante, ma romponsi ad angoli taglienti, come sogliono fare le focaie. Il naturalista che esamina
questo sasso, vegga se i ciottoli selciosi d’ogni forma possano esservisi deposti a poco a poco in luogo di corpi organizzati ivi
distruttisi. Così sospetta un valente naturalista. La strada riattata presso S. Andrea mostra nel tagliato monte gli strati regolari
del sasso calcare. Si passa presso Coquio, Trevisago, Gemonio, indi Citiglio (che si accorcia in Sti), ove la strada diramasi, entrando
quinci in Valcuvia lungo il torrente Boesio, e quindi proseguendo a Laveno (La-