allignano. Oltrepassando questi magnifici terrazzi, vedi casucce di pescatori, che costruite sembrano e abitate dalla indigenza. Fra
esse però sorge non inelegante il pubblico albergo del Delfino, ove lo straniere trova comodo alloggio; indi viensi al grandioso palazzo, in cui da oltre un secolo ogni proprietario impiegar soleva molt’oro per ornarlo secondo il suo genio e il gusto del giorno. Le stanze e più i mobili spirano magnificenza e profusione di ricchezze. L’amator delle belle arti ha ben qui ove occupare delle giornate, essendovi pitture dei più gran maestri e nelle due gallerie e sparse in tutte le stanze. Vi si ammirano i quadri di Luca Giordano, del Procaccini, dello Schidoni, del Lebrun, ec., e v’ha ne tre piccoli appartamenti, detti del Tempesta, molti quadri di questo celebre pittore che qui visse alcuni anni. I marmi i più scelti e l’oro s’incontrano in ogni ornato, e i primi servono sovente di tela a’bei quadri. I sotterranei formano un appartamento a musaico veramente delizioso, ove alcune belle statue marmoree vi si ammirano; e di tutta magnificenza è il salone ornato architettonicamente, disegno del chiarissimo professore sig. cavaliere Zanoja, come lo è la vaga domestica cappella. Altra cappella or si medita per collocarvi i tre magnifici marmorei mausolei che i Borromei posseggono, ritirati da soppresse chiese, ove gli antenati loro gli avean collocati.