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302 Eupili, Erba, Pieve d’Incino.

scaricare le sue acque nel lago di Lecco. Dobbiamo dunque argomentare che il Lambro, aprendosi una strada fra le colline sotto Lambrugo, e abbassando il proprio alveo colle corrosioni, abbia a poco a poco abbandonati que’ fondi, lasciandovi i soli laghetti summentovati. Da una memoria del fu curato Berretta1 vedesi che negli scorsi secoli i laghetti medesimi più estesi erano che ora non sono.

Chi da s. Salvatore ama andare in Vall’Assina per la più breve via, costeggia il monte sino a Casilino, e ivi, piegando per una lenta ma non comoda discesa, va al letto del Lambro, a Scarena e ad Asso. Ma proseguendo la via carreggiabile, da Albese viensi a Bucciago, ad Erba, popolata terra costruita su incomodo pendio, e alla Pieve d’Incino, ove sol vedesi la vecchia chiesa, poichè il borgo fu nel 1285 da’ Comaschi distrutto, nè più risorse. Ivi era l’antico Licinoforo, il quale con Como e Bergamo formava le tre città degli Orobii rammentate da Plinio2, da cui pur sappiamo che Bergamo è stato costruito, ed ebbe il nome dagli abitatori di Barra, città in questi contorni collocata, che perì, e che probabilmente non lungi era dal monte Baro. Non è facile l’indicarne il luogo

  1. Atti della Soc. Patr. Tom. III. pag. 211.
  2. Lib. 3. cap. 17.