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Urio, Pliniana. 301

e Pognana (Pomponiana); e tre separate case veggonsi alla riva, le quali appartengono ai tre grossi villaggi posti sul primo piano, di cui si arlò al Capo XVIII. Son questi Pallanza, Lemna e Molina.

A destra, dopo Torriglia, giugnesi a Laglio (Laelium) e poscia a Carate, e di là ad Urio. Fra Urio e Carate il curioso potrà andare a vedere una picciola grotta detta la Strona, dal nome del torrente che ivi passa, e le cave della ardesie tegolari, grossolane bensì, ma servibili a coprir i tetti. Tiensi ivi a un dipresso il metodo tenuto a Lavagna sul Genovesato per quelle fine ardesie; e in queste, come in quelle, molto si conta sulla forza del sole per farle sfogliare.

Hassi qui in prospetto il luogo più celebre di tutto il lago, cioè la Pliniana. Giovio dice che chiamavasi anticamente Pluviana. Il palazzo di soda architettura fu fabbricato da un Anguissola nel 1570; e vuolsi che questi fosse uno de’ quattro Piacentini che precipitarono da una finestra Pier Luigi Farnese; e che colà si ritirasse come in luogo da ogni insidia sicuro. Dagli Anguissola l’ebbero i Pallavicini e i Visconti, prima de’ Canarisi, che or ne son padroni. Corre spumeggiante in mezzo al palazzo l’acqua della fonte, e da un fianco v’ha un’altissima e vaghissima cascata. I sempre verdi allori e cipressi misti ai castagni, ai faggi, ai pioppi da un lato, agli