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262 | Lesseno, Vall’Intelvi. |
le cui foglie servono a’ cuoiai, e le radici a' tintori.
Tutti i monti che stanno al di sopra dei sin qui mentovati paesi, sono calcari; e trovasi in essi la maggior copia de’ varj corpi marini mentovati al Capo XVIII.
Frattanto nell’opposta riva, al sud di san Giovanni di Bellagio, sorge il monte a formare le altissime alpi di Vallassina, ed il piano del Tivano, di cui parleremo al Capo XXVI. In riva al lago vi sono orrendi e cavernosi scogli, detti Grosgallia. Ivi profondissimo è il lago, e ivi al riferir di Giovio vivono i pesci burbari, de’ quali parlammo al Cap. XVIII. Lesseno (Lecenum) chiamansi le sparse abitazioni che ivi sono, cioè Villa Casate, Cendreto, Sozzana, Rozzo, Pescaù, Calzolina, Crotto, Calvagnana, a cui succede la Cavagnola. Sì mal esposto è quel distretto, che il barcaiuolo vi dirà che Lesseno è paese d’inferno, ove mai non si vede luna d’state, nè sole d’inverno. Nel monte sepra Lesseno trovasi abbondante asbesto. Piega qui il lago sino al promontorio della Cavagnola, porto e osteria ove i barcaiuoli riposano e ripiglian forze.
Argegno a destra fors’ebbe nome da quel P. Cesio Archigene, che sciolse voti alle Matrone e a Giove, come rilevasi da due vetuste lapidi che da Brienno furono portate