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Da Lecco a Milano. 253

ri, che atti a servire d’ornamento e a giovare all’agricoltura e alle arti. Vendonsi qui gli arboscelli a discreto prezzo. Dopo poche miglia trovasi a sinistra il viale che conduce alla Pelucca, ove, oltre la razza de’ cavalli, il curioso potrà ammirare nella casa eccellenti pitture del Luino.

Per altra via viensi da Lecco a Milano per terra. S’allunga alquanto, ma riesce più amena. Da Lecco viensi a Malgrate, a Valmadrera, a Civate, a Suello, a San Fermo, a Pusiano (de’ quali paesi parlerassi al Capo XXV), indi al letto del Lambro, e lungh’esso ai Ponti-nuovi costruiti sugli emissarj de’ laghi di Pusiano e d’Alserio, presso al luogo ove il Lambro ha tagliati i colli che costringeanlo a formare il lago Eupili. Se il Lambro è si gonfio che ingombri o renda perigliosa la strada, si passa in alto sur un ponte, vassi ad Incino, e stando alla destra del fiume, viensi ai summentovati Ponti-nuovi. Quindi si sale alquanto e si ridiscende al Cavolto, che somministra al Lambro l’acqua pe’ giardini di Monza, e ove cavasi ottim’argilla. Si lascia a destra Monguzzo, dei sigg. Rosales, già rocca di Gian Giacomo Medici, e giugnesi alla terra di Nobili. Si discende alquanto, si rimonta a Lurago, ov’è la Villa Sormani, e si sale ad Inverigo (in Aprico), ove magnifica è la villa Crivelli,