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230 Lario, Ramo di Lecco.

massi staccati e accidentali, e i lavori che se ne fanno. La casa e il giardino, e più ancora il laboratoio e il forno del sig. bar. Isimbardi, direttore gen. delle regie zecche, sono ciò che v’ha di più degno d'esser veduto. Antica terra è Varena. Nel secolo xii i Comaschi avendo domati gl’Isolani, contro i quali avevano per molti anni pugnato, li costrinsero ad abbandonare l’Isola e le contigue loro abitazioni, e fissare il soggiorno in Varena, che crebbe d’ampiezza ed estese la coltivazione. Come Bellano a settentrione, così Varena è, in gran parte almeno, esposta al mezzodì, dal che nacque il proverbio:

Vada, chi vuol provar pene d'Inferno,
D’està a Varena, ed a Bellan d’inverno.

Del dolce clima di Varena argomento ne sono, non solo gli ulivi che qui coltivati sembrano con maggior diligenza che altrove, ma gli stessi aloe che fra gli scogli spontanei nascono e fioriscono talora; e veder si possono specialmente sotto il mentovato giardino Isimbardi, e al sud del giardino di Monastero, casa dei Mornigo, che fu monistero altre volte. Vandelli trovò poco più sotto anche la melia azederach, pianta della Siria.

Stanno sopra Varena le terre di Perledo, Esino e Bologna, su que’ piani, de’ quali già parlammo. Le due acute montagne che vi stan sopra, chiamansi il Grignone e la Gri-