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8 | Da Milano a Gallarate. |
go un tempo, che servia d’antemurale a quei di Castel-Seprio e d’altre terre), e de’ bei palazzi in riva all’Olona, se non fosse da quel lato ingombro il terreno dalla coltivazione.
L’osservatore della natura che in tutte le sponde corrose, dopo qualche piede di terra vegetale formatavisi per la scomposizione delle piante, troverà strati di ciottoli fluitati ad ogni profondità, e che di sassolini vedrà coperta non solo la brughiera, ma le stesse ben coltivate campagne, chiederà, donde mai tanti ciottoli vennero e tante arene? Basteragli guardare i sassi medesimi, e s’accorgerà che vennero da’ monti circostanti: e vedendo che sebbene sieno per la maggior parte selce, quarzo e granito, pure sono quasi tutti rotondati, ne argomenterà che lunga strada abbiano rotolando percorsa. Può anch’essere che rotondati si sieno, non in un fiume, a cui difficilmente un alveo può attribuirsi largo quanto dagli Appennini distano le Alpi, ma bensì sulle sponde del mare, che suole a ciottoli, su e giù dimenandoli, corroder gli angoli, e ridurli a palle; e sicuramente il mare tutto il piano occupava, e i monti stessi, come vedremo quando di questi avremo a parlare.
Gallarate, che alcuno vuol derivato da Gallorum Area, è un borgo assai ricco, ed