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Valsolda, Osteno, Porlezza. 183

Si costeggia a sinistra una riva ora coltivata, ora sassosa, ove e viti e fichi e ulivi ben allignano; si oltrepassa Gandria, vedesi in alto, nell’apertura dal monte, il villaggio di Prato (Prè), e si giugne ai confini dello Stato Svizzero colla Valsolda, dominio italiano, altre volte signoria privilegiata dell’Arcivescovo di Milano. Di questa valle era il famoso architetto e pittore Pellegrino de’ Pellegrini, detto Tibaldo, dal nome del padre. Ivi trovasi della pirite sulfurea. Vedesi presso alla riva Orio (rimpetto a cui gli strati calcari sono a onde), Albogasio e Crescogno, indi Cima, e s’approda a Porlezza. Abbondantissimi sono qui gli uliveti, e di buona qualità gli ulivi, e non mal coltivati. Gran danno è che non sianvi buoni frantoi, strettoi e levatoi, e non sappiasi l’arte di fare buon olio. A destra vedonsi varie cantine, S. Margherita ed Osteno, sopra cui Biridino, ove mette un de’ tre capi della valle Intelvi, la quale cogli altri due sbocca ad Argegno sul lago di Como, e a Campione, di cui parlammo. Porlezza stava altre volte fra il presente borgo ed Osteno appiè del monte. Molte cose si narrano della vetusta storia di que’ luoghi. Certo è che anche oggidì vedesi mezzo campanile uscir da terra nel luogo detto S. Maorizio. Forse una frana ricoprì la chiesa, o qui s’abbassò il terreno su cui era