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Vulcano di Grantola. 173

che discende al Campaccio, ove pur sen veggono. Ove finiscono questi sassi rossigni, al Sasso stretto, trovasi una specie di pozzolana, che come tale fu qualche volta adoperata ov’era d’uopo edificare in acqua. Avrebbe potuto aggiungere, che vôto è internamente il monte di Marchirolo e di Cunardo, come s’è detto al Capo antecedente; e che in Valgana v’ha dell’argilla, la quale molto rapporto ha colla vicentina, riputata un disfacimento di lava dai valenti orittoligi Arduino e Fortis; e presso Grantola trovasi della terra verde simile alla veronese. Secondo Fleuriau il vulcano aveva il cratere presso Fabiasco. Questo s’è aperto verso Valgana, ed abbassatosi pur alquanto al nord. Chi però ha osservato che fra Mesenzana e Cassano presso Pienate incontransi i medesimi sassi, e ancor più cavernosi e pieni di bolle, potrà, qualora ammetter si voglia un vulcano, sospettare che avesse il cratere suo in Valtravaglia, anziché in Valgana.

Ma Pini non punto persuaso da queste ragioni, non vedendo ivi nè decise lave, nè pomici, nè ceneri, amò meglio chiamare quel sasso nero vetrigno porfido vitreo, che lava; riconoscere ne’ bucolini del sasso porfiritico un vano lasciatovi da una scomposta e dissipatasi pirite cristallizzata, essendo essi pur talora angolari; e tutto attribuire all’azione