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Val Leventina. 119

caceo. Ciò vedesi ancor meglio andando innanzi fra bei prati e castagneti, ove gli strati sono orizzontali; e son rimarchevoli le fenditure accidentali, or verticali or inclinate, ripiene d’un granito a grossa grana di più recente formazione.

Di là vassi a Osogna e a Briasco o Abriasco, ove trovasi il fiume Blegno, che dà il nome alla valle per cui scorre, e della quale parleremo poi. A Briasco si passa il torrente su ponte di legno, e vassi a Polegio. Osserva Pini che da Polegio a Bellinzona il Ticino non è navigabile non tanto per la soverchia caduta dell'acqua, che è di 50 tese in 12 miglia, quanto pe’ gran macigni che vi sono in mezzo. Ciò non ostante vi passano le zattere col legname dell’alta valle.

Qui termina la valle di Bellinzona, e comincia propriamente la val Leventina, abitata anticamente da’ Leponzj. In men d’un’ora vassi a Bodio, e in due altre ore a Giornico, che in tedesco chiamasi Irnis, sempre presso a graniti venati a strati orizzontali. Qui hanno fine le vigne; ma continua lo stesso granito, che un po’ più sopra piega alquanto al nord, e forma uno strato solo, alto circa 30 braccia. Ivi si passa il Ticino, e si ripassa ben tosto presso Chigiogna, ove s’hanno vaghissime prospettive miste di prati, di boschi e di rupi, abbellite da moltiplici cascate del fiume.