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Domo d'Ossola. 87

rio, così detto perchè rammenta il monte consacrato colla morte del Redentore. Osserverà il naturalista che qui il monte è di roccia primitiva fogliata a strati verticali, ma non in tutto uniforme, perchè una parte è di scisto micaceo, e l’altra di gneiss; e che tale è pure l’opposto monte di Trontano.

Prima d’arrivare a questo colle v’è all’ovest una breve valle, detta valle d’Anzone, importante perchè somministra quel sasso ollare che noi chiamiamo pietra da Lavezzo o Lavezzella che resistendo al fuoco, serve ad utensili di cucina e alle stufe, in questa e nelle più elevate valli, necessarie e frequenti; e serve del pari per fabbriche e per ornati, che ben lisciati somigliano bronzo. Da alcuni e detto Fonolite (pietra-suonante), perchè assottigliata e percossa dà un suono.

Piega la strada a sinistra scostandosi dalla Tosa, e dopo mezzo miglio si giunge a Domo, così detto ne’ tempi posteriori, perchè ivi era la chiesa principale e matrice di tutta la valle. Anticamente questo borgo chiamavasi Oscela, e vuolsi edificato dagli Osci, vetusti popoli dell’Etruria. Tolomeo colloca Oscela nei Leponzj. Questo borgo subì la fortuna di tutti gli abitatori di questa valle, soggetta in ogni tempo ad essere infestata dai Vallesani e da altri Transalpini, che pel Vallese venir soleano in Italia. Fu ne’ bassi tempi chiama-