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(XXIX.)

Che ne’ giudizj suoi saggio non erra.
Teco è beata di tranquillo petto
20Degna d’Eroe, degna di Te fermezza,
A i lieti tempi, ed a gli avversi invitta;
E tutto è Teco de le vere, eccelse
Virtudi a Dio dilette il divin Coro;
Quindi a tutti svelata, e in alto posta
25Del bell’animo tuo la grande immago,
Ancorché taccia de i severi Editti
L’imperioso suon, fassi Ella a tutti
Viva, e soave in un censura, e legge.
Non Te forse, Signor, (soffri, che il dica,
30E ragion renda al ver ) Te non conobbe,
Te non guardò, come tra noi Tu fussi
Celeste cosa, chi ne i dubbj tempi
A l’agitata da i discordi voti
Santa Nave di Pier, da l’aura mosso,
35Che fervida movea da Monti eterni,
Novo, Supremo Te Nocchier propose?
Signor, Tu sei sì di Te stesso adorno,
Che se non anco sul sacrato crine
Ti splende, qual dovria, di tanti pregi
40Il giusto guiderdon, non però meno


Te