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(C X X V IIII.)
A rimirar cortese i tanti egregi
Chiari intelletti, onde sì Ausonia abbonda.
Tu che lor merto intendi, e come il sole
Preme gli Astri minor, tutti gli oscuri
Col lume tuo, destro l’accogli, e in parte
De l’avversa stagion le colpe emenda.
Così tua stirpe Augusta a produr nata
Spiriti accesi sol di gloria, vegga
Te là condotto, ove i pensier tuoi vasti,
E di Te degni avrian di noi governo.