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AD
UN SACRO ORATORE
PER UN SUO SERMONE SOPRA LA TRINITÀ
SONETTO.
Se, lusingato dall’umano orgoglio,
Spinger oso il fallace mio pensiero
Quasi a squarciar il velo del mistero
4E ad arrivar l’Eterno ov’Ei tien soglio:
«Quando sarai della tua creta spoglio
(Così la fe’ m’intima in tuon severo)
Chiaro non mai ti fia dïanzi il vero;
8 Credi e rispetta adesso; io tanto voglio.»
E tu, suo banditor, così altamente
Mi ragioni dell’uno e trino Dio,
11Che si dà pace l’affannosa mente:
A venerar si piega il grande arcano
E più non tenta, per folle desìo,
14In un vasello accorre l’oceàno.
- Anno 1844.