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per il primo congresso dei dotti.


Se la stessa teoria
     Segue, salvo l’eresia,
                              Il morale e il fisico;

Anco il lume di ragione,
     Per virtù dì riflessione,
                              Cresce e si moltiplica.

E siccome a chi governa
     È nemica la lanterna
                              Che portò Dïogene,

Dal mio Stato felicissimo
     (Che per grazia dell’Altissimo
                              Serbo nelle tenebre)

Imporrò con un decreto
     Che chi puzza d’alfabeto
                              Torni indietro subito;

E proseguano il viaggio,
     Purchè paghino il pedaggio,
                              Solamente gli asini.

Ma quel matto di Granduca
     Di tener la gente ciuca
                              Non conosce il bandolo.

Qualche birba lo consiglia;
     O il mestare è di famiglia
                              Vizio ereditario.

Guardi me che so il mestiere,
     E che faccio il mio dovere
                              Propagando gli ebeti.

Per antidoto al progresso,
     Al mio popolo ho concesso
                              Di non saper leggere.

Educato all’ignoranza,
     Serva, paghi, e me n’avanza:
                              Regnerò con comodo.