Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
48 | la vestizione. |
E diceano: un mercatino
Che il paese ha messo a rubba,
Un vilissimo facchino
Si nobilita la giubba,
E dal banco salta fuori
A impancarsi co’ Signori?
Si vedrà dunque un figuro,
Nato al fango e al letamaio,
Intorbare il sangue puro
Col suo sangue bottegaio?
E farà questo plebeo
Tanto insulto al Galateo?
Usuraj crucesignati
Che si comprano di lei,
Tra i patrizi scavalcati
Passeranno in tiro a sei
A esalar l’anima ciuca
A sinistra del Granduca?
Rifiniti dal mestiere,
C’è chi paga i Ciambellani
Con un calcio nel sedere;
E rifà di pelacani,
Che il delitto insignorì,
Il vivaio dei Balì.
E di più, ridotto a zero
Il patrizio è condannato
A succhiarsi il vitupero
Di vestir chi l’ha spogliato,
A ridursi sulla paglia
Per far largo alla canaglia.