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apologia del lotto. 39


Con aspri precetti
     Licurgo severo
     Corresse i difetti
     Del Greco leggiero;
     E Numa con arte
     Di santa impostura
     La buccia un po’ dura
     Del popol di Marte.

O tisici servi
     Dal cor di coniglio,
     Un savio consiglio
     Vi fodera i nervi;
     Un tempo corrotto,
     Perduta ogni fede,
     È gala se crede
     Nel giuoco del Lotto.

Lasciate giuocare,
     Messer Galileo;
     Al verbo pensare
     Non v’è giubileo.
     Studiar l'infinito?
     Che gusto imbecille!
     Se fo le sibille
     Non sono inquisito.

Un giuoco sì bello
     Bilancia il Vangelo,
     E mette a duello
     L’inferno col cielo;
     Se il Diavolo è astratto,
     Un’anima pia
     Implora l'estratto
     Coll’Ave Maria.