Con aspri precetti
Licurgo severo
Corresse i difetti
Del Greco leggiero;
E Numa con arte
Di santa impostura
La buccia un po’ dura
Del popol di Marte.
O tisici servi
Dal cor di coniglio,
Un savio consiglio
Vi fodera i nervi;
Un tempo corrotto,
Perduta ogni fede,
È gala se crede
Nel giuoco del Lotto.
Lasciate giuocare,
Messer Galileo;
Al verbo pensare
Non v’è giubileo.
Studiar l'infinito?
Che gusto imbecille!
Se fo le sibille
Non sono inquisito.
Un giuoco sì bello
Bilancia il Vangelo,
E mette a duello
L’inferno col cielo;
Se il Diavolo è astratto,
Un’anima pia
Implora l'estratto
Coll’Ave Maria.