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apologia del otto.


Il giuoco in complesso
     È un vizio bestiale,
     Ma il Lotto in sè stesso
     Ha un che di morale:
     Ci avvezza indovini,
     Pietosi di cuore;
     Doventi un signore
     Con pochi quattrini.

Moltiplica i lumi,
     Divaga la fame,
     Pulisce i costumi
     Del basso bestiame.
     Di fatto lo Stato,
     Non punto corrivo,
     Se fosse nocivo
     L'avrebbe vietato.

Lasciate, balordi,
     Che il Lotto si spanda,
     Che Roma gli accordi
     La sua propaganda;
     Si gridi per via:
     Cristiani, un bel terno!
     S’aiuti il governo
     Nell'opera pia.

Di Grecia, di Roma
     I regi sapienti
     Piantavan la soma
     Secondo le genti;
     E a norma del vizio
     Il morso o lo sprone;
     Che brave persone!
     Che re di giudizio!