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tratte dalla lingua parlata. | 397 |
Puzzar d’una cosa — vale dare indizio di averla, come il puzzo è indizio della cosa da cui emana; si dice sempre di cosa sospetta o proibita: così puzzar d’alfabeto vale dar sospetto di saper di lettere, puzzar d’eresia dar sospetto d’essere eretico.
Q
Quale — non esser per la quale ha il senso di non esser atto a quella tal cosa di cui si parla.
Quaresima — si usa talvolta per astinenza e parco vivere; così il Poeta — che alle vostre quaresime si deve — l’itala gloria.
Quartato — che ha tutti i quarti; si dice di persona d’origine nobilissima.
Quattrinaio — vale uomo denaroso.
Questa — sentite questa si dice quando si vuol raccontar cosa che farà stupire chi ascolta.
Quissimile — latinismo usato per dire un che di somigliante.
R
Raccapezzare — indagare con minute ricerche, e qualche volta trovare dopo minute ricerche.
Raccattare una parola — vale tanto raccoglierla nella memoria, quanto prenderne occasione per muover discorso con chi la proferisce.
Raddrizzarsi — vale migliorarsi, volgendo in traslato il senso materiale della parola.
Raggranellare — andare raccogliendo qua e là, come si fa dei semi di grano sparso.
Rannuvolarsi — parlando di uomo vale doventar serio, dar segno di sdegnarsi.
Raschiare — grattare la superficie d’un oggetto per tôrne via ciò che la ricuopre: si raschiano i legni dorati per raccoglierne l’oro. Così il Poeta — e le raschiate mura — ripiglian l’oro della raschiatura; — cioè le dorate case dei nobili, impoverite dagli usuraj, riprendono l’oro ond’erano da quelli state spogliate.
Raspare — si dice degli animali che raspano la terra colle zampe unghiate; e per somiglianza del brutto lavoro fatto da questi, si chiama raspaticcio lo scrivere scarabocchiato del fanciullo principiante. Il Poeta usa questa parola in senso traslato, e ne applica il significato a chi fa una cosa così come può, alla meglio, senza gran conclusione, ma con buona volontà.